CRIMINI E SCIENZA                                                                   

 

 

 

 

 

 


 

Home

CriminologiaCriminalistica

Cybercrime

Pubblicazioni

Sicurezza

Curriculum

Dermatoglifo

Stupefacenti

Contatti

Note Legali

Redazione

   


 

 

 


 

     

 

 

 Perizia Calligrafica

 


 

  

 

Jack Lo Squartatore

  


 

 

Criminal  Sciences

 


Video

 

 

Fonte:

YouTube e Telefono Azzurro


 

 

Impronte Digitali

 


 

 

Fonte:

YouTube e Studio aperto Italia1

 


 

Sei il visitatore   nr.           

 

                          

                           


 

 

 Contatti:   

 

 

 

                    Info

 

 

Fonti:

 
punto elenco

Focus.it ;

 

punto elenco

Polizia di Stato.

 
punto elenco

Tutti i testi sono disponibili nel rispetto dei termini della GNU Free Documentation License.

 

punto elenco

Politica sulla privacy

 

 

 

 

 

 

Balistica

 

 

 

 

 

 

Stupefacenti

 

 

 

 

Sicurezza

 

 

 

       

 

 

     Criminologia Clinica

 

Sito progettato e curato dal Criminologo Dott. Massimo Dontillo  

 

Al centro del crimine

 

 


Un sistema di realtà virtuale ricrea le scene dei delitti. Per aiutare giudici e giurati durante i processi.

Vita sempre più dura per i criminali: uno speciale software permetterà di ricostruire in realtà virtuale le scene 3d dei deilitti. Nessun indizio potrà più sfuggire.

...E all'improvviso, nel bel mezzo del dibattimento, l'assassino irrompe nell'aula, e tra gli sguardi attoniti dei giurati, fredda l'ignara vittima.
Non è una scena dell'ultimo legal thriller americano, ma una descrizione di ciò che in un prossimo futuro potrebbe accadere nelle aule di giustizia di tutto il mondo.
Un'azienda canadese ha infatti sviluppato un software in grado di ricreare un modello tridimensionale e interattivo della scena del crimine, a partire da poche centinaia di fotogrammi catturati con una speciale videocamera.
Delitti in 3d. Il sistema ISM (Modellatore istantaneo di scene), consente di generare stanze e ambienti che possono essere esplorati da angolazioni e posizioni diverse con pochi click di mouse, proprio come accade nei più avanzati videogame.
La ripresa delle immagini utilizzate per la modellazione viene effettuata con una stereo-camera, cioè un set di due videocamere allineate l'una all'altra a distanza definita. Grazie a questo sistema è possibile calcolare la distanza tra ciascuno dei punti della scena ripresa, esattamente come i nostri occhi sono in grado di percepire e stimare la distanza tra due punti nello spazio.
I filmati così ottenuti vengono poi elaborati dagli algoritmi del SIFT (Scale Invariant Feature Transform), uno speciale software capace di identificare tutti i punti comuni in una sequenza di immagini. I singoli fotogrammi tridimensionali vengono così trasformati in una vera e propria realtà virtuale, che può essere visualizzata su qualsiasi computer.
Security digitale. Anche Aibo, il cane robot della Sony, utilizza SIFT per riconoscere la propria stazione di ricarica confrontando le immagini catturate dai propri occhi elettronici e quelle archiviate in memoria.
Un'azienda californiana ha invece adottato il SIFT per mettere a punto un sistema anti taccheggio capace di identificare i gli oggetti trafugati e nascosti nei carrelli della spesa.

Fonte: Focus.it

 

Qual è il reato di falso ideologico? 

Il falso ideologico consiste nel sostenere il falso in un documento ufficiale. È una delle «falsità in atti», come sono chiamati i reati che implicano la falsificazione di documenti con dichiarazioni diverse da quelle vere oppure la creazione di documenti falsi. Nel primo caso si parla di falso ideologico e nel secondo di falso materiale. Le pene variano a seconda del ruolo dell’imputato (pubblico ufficiale o privato) e del documento falsificato. Arrivano a 2 anni di reclusione.

Impronta svelata, giustizia assicurata

 

 

 


Nuove tecniche e scoperte per aiutare la polizia scientifica a trovare i colpevoli. Dalle impronte digitali, per esempio, si può risalire alle abitudini di vita e all'età di un sospetto Le impronte digitali non sono mai uguali. E possono rivelare qualcosa del comportamento di coloro cui appartengono. 

Le fiction televisive ci hanno abituato a vedere gli specialisti della polizia scientifica avvolti in candide tute di plastica, pennellino alla mano, muoversi sicuri sulla scena del crimine alla ricerca di un'impronta utile per incastrare il colpevole.
In realtà recuperare una buona impronta digitale non è affatto semplice, soprattutto se è passato molto tempo dal momento in cui è stata lasciata. Un team di ricercatori britannici ha recentemente messo a punto una nuova tecnica per la rilevazione di queste tracce che potrà sicuramente aiutare gli investigatori durante le indagini.
Incastrati dal grasso. Le impronte digitali sono composte per lo più da lipidi, che con il passare del tempo tendono a mutare la propria struttura diventando sempre meno individuabili con le comuni tecniche. Giorno dopo giorno gli acidi grassi saturi e insaturi che le compongono tendono a scindersi secondo schemi ben precisi che, una volta analizzati, rendono possibile la rilevazione e l'identificazione anche di tracce relativamente vecchie.
Lo stesso studio ha evidenziato come l'impronta digitale sia in grado di raccontare molti dettagli sulla vita del sospetto.
"Bionde" traditrici. Bambini e anziani per esempio lasciano tracce chimiche diverse rispetto a persone di mezza età, mentre fumatori e tossicodipendenti secernono, insieme ai lipidi, la versione metabolizzata delle sostanze che assumono: cotonina per gli amanti delle sigarette, composti chimici diversi a seconda dello stupefacente utilizzato per chi fa uso di droghe.
Rivelazioni esplosive. Un altro studio condotto da Neil McMurray presso l'Università del Galles ha invece messo a punto una nuova tecnica per la rilevazione delle impronte su superfici metalliche come proiettili o bombe: su tali materiali il sudore del sospetto tende a rendere poco nitida l'impronta, impedendo una sua precisa rilevazione con le comuni polveri. McMurray si è concentrato sulle reazioni elettrochimiche provocate dalle dita sul metallo, misurandone il potenziale elettrico con uno speciale apparecchio. Grazie a questa sofisticata analisi è possibile ricostruire impronte digitali anche su materiali esposti all'intenso calore provocato da un'esplosione. Obiettivo di McMurray è ora quello di sviluppare un dispositivo portatile utilizzabile direttamente sulla scena del crimine.
E mentre tutti guardano con interesse all'evoluzione di queste ricerche, altri studi puntano all'identificazione dei colpevoli mediante l'analisi delle impronte dei piedi.

Fonte: Focus.it

 

Chimica e identikit criminali

 

Sesso, etnia, stile di vita, alimentazione: per scoprire queste e altre caratteristiche di un sospetto criminale, presto basterà una sola impronta digitale. Il chimico Sergei Kazarian, del London Imperial College, ha infatti messo a punto una procedura che permette di rilevare minuscoli residui chimici sulle impronte digitali. Queste devono essere prelevate con uno speciale nastro di gel che, a differenza dei metodi tradizionali, preserva le tracce originali. Poi il nastro viene passato attraverso un dispositivo a raggi X che ne traccia la mappa chimica. L'analisi della mappa fornirà molte informazioni, dal sesso (una forte traccia di urea potrebbe indicare l'impronta di un soggetto maschio) alle abitudini alimentari (l'assenza di particolari aminoacidi indicherebbe che si tratta di un vegetariano) «Nei processi del futuro», spiega Kazarian, «le immagini chimiche potranno essere usate come prove. E questa tecnica potrà svolgere un ruolo decisivo nel combattere il crimine».

Nella foto (© Imperial College London): in arancione e blu tracce di residui chimici su un'impronta digitale.

Fonte: Focus.it

 

Il nemico degli Intoccabili

 

Nasce Al Capone, uno dei più potenti gangster di tutti i tempi. Figlio di immigrati italiani, Alphonse Capone fu soprannominato “scarface” (volto sfregiato) a causa di una brutta cicatrice sul volto. Durante gli anni Venti dominò la malavita di Chicago con una serie di efferati omicidi, tra cui il famoso massacro della notte di San Valentino: nella notte del 14 febbraio del 1929, sette persone furono uccise con oltre 100 colpi di pistola ciascuno. La giustizia, nonostante i crimini del gangster fossero noti a tutti, non riuscì mai a incriminarlo se non per evasione Fiscale

Fonte: Focus.it

Attenti al mostro

Jeffrey Dahmer, meglio noto come il “mostro di Milwakee” viene dichiarato insano di mente ma colpevole dell’uccisione di 17 persone e condannato al carcere a vita. È uno dei serial killer più famosi per la peculiare abitudine di conservare i pezzi di cadavere delle sue vittime sotto spirito e in frigorifero. Mentre era ancora vivo fu uno dei casi più studiati da criminologi e psicologi. Una volta morto, ucciso in carcere da un detenuto, nacque una disputa tra i suoi familiari che finì in tribunale, tra chi voleva donare il suo cervello alla scienza e chi era contrario. Il giudice si pronunciò sfavorevolmente e sembra che il cervello sia stato distrutto.

Fonte: Focus.it

Quando il commissario Rex va in pensione


Che fine fanno i cani poliziotto quando sono ormai vecchi e pronti per la pensione? Possono essere adottati da tutti. Ecco comeMestiere pericoloso. Un cane poliziotto inglese equipaggiato con una telecamera collegata via radio alla centrale. Viene utilizzata nell'esplorazione di edifici pericolosi o per la ricerca di persone scomparse.

Hanno dedicato la propria vita al lavoro, senza risparmiarsi, senza timore nelle missioni più pericolose. Hanno cercato persone disperse, lottato contro il traffico di droga, armi, o esplosivi. Hanno vigilato sulla sicurezza degli aeroporti e degli stadi. Ora, stanchi e un po' invecchiati, cercano il meritato riposo in una famiglia che sappia dare loro affetto e coccole.
Stiamo parlando dei cani poliziotto che hanno fornito il loro prezioso aiuto a “colleghi a due zampe” della Polizia di Stato. Quando un'apposita commissione giudica la “pensionabilità” di un cane, se il conduttore con cui ha condiviso anni di lavoro non se ne può prendere cura, può allora essere adottato da privati. Al sito della Polizia è possibile consultare le schede dei cani che cercano un luogo confortevole dove spendere gli anni della pensione: per ogni cane è redatta una scheda in cui, oltre alla foto, sono riunite tutte le informazioni che lo riguardano. Razza, sesso, colore, data di nascita, luogo di lavoro e mansioni, profilo caratteriale e eventuali patologie.
Pensione per poliziotti a 4 zampe. Un pastore belga e cinque pastori tedeschi, Dominic, Arek, Uto, Dik, Iran e Arek I, sono oggi alla ricerca di una casa accogliente: le domande per la loro adozione, scaricabili dal sito, vanno presentate entro il prossimo 6 dicembre compreso.
Sul sito si possono anche leggere le storie a lieto fine di altri cani poliziotto che hanno trovato famiglie affettuose: Dux, per esempio, nella sua nuova casa, ha imparato a convivere con cavalli e gatti, e dicono che stia cominciando a cedere… lasciando da parte il suo carattere da “commissario inflessibile” per lasciar posto ad affetto e carezze.
Agenti speciali. Diverse sono le razze utilizzate dalla Polizia: i labrador sono molto efficienti nella ricerca di stupefacenti, armi e esplosivi; i pastori belga hanno un ottimo olfatto e un carattere equilibrato; i rottweiler sono molto utili nei servizi per la tutela dell'ordine pubblico.
Non è comunque indispensabile avere un pedigree per diventare cani poliziotto, anche meticci presi nei canili hanno dimostrato di essere all'altezza e avere un gran fiuto per combattere il crimine.
Fonte: Focus.it

Criminali, attenti alle scarpe traditrici


Un enorme database con le orme di tutte le impronte delle scarpe da tennis renderà dura la vita dei criminali.

Ogni modello di sneakers ha un motivo diverso, quasi una specie di "impronta digitale"l delitto perfetto non esiste. Come anche Hitchcock ci insegna, persino il più freddo e meticoloso assassino lascia comunque in giro delle prove, seppur involontarie. E, a volte, capita anche che quelle prove siano molto banali, come l'impronta della propria scarpa lasciata sul luogo del crimine.
Disegno rivelatore. Nigel Allison, specialista in immagini al computer, rivela che la maggior parte dei criminali indossa sempre un paio di sneakers (le scarpe da ginnastica) per commettere i propri reati. E questo per gli investigatori è una vera fortuna. Come afferma Allison infatti, se i criminali indossassero delle comuni scarpe di cuoio, le indagini sarebbero senza dubbio più difficili.
Ma cos'è che fa la differenza tra una sneaker e una scarpa di cuoio? La suola. Quelle delle scarpe da ginnastica infatti hanno disegni ben precisi e spesso riportano logo della marca e hanno una forma ben precisa, al contrario delle scarpe di cuoio, la cui suola è assolutamente piatta. I disegni della suola sono quasi un equivalente di un'impronta digitale perché, ogni modello di sneaker, ha il proprio disegno.
Aiuto involontario. I designer di questo tipo di scarpe, offrendo sempre nuovi tipi di disegni per ogni modello, offrono quindi agli investigatori un particolare aiuto per risalire ai criminali. Ma come funziona esattamente questo processo?

 Nulla sfugge. L'impronta della scarpa viene esaminata da un particolare software che ne analizza la forma, la taglia e, in particolare, il disegno della suola. Quest'ultimo viene confrontato con un database che raccoglie migliaia di suole, con relativi disegni, e di cui gli investigatori si possono servire per arrivare anche alla data di rilascio sul mercato di un particolare modello.
Così, se state meditando di eseguire il "delitto perfetto", eliminando vostra suocera avete poche alternative: eseguirlo indossando solo dei calzini oppure con un bel paio di scarpe di cuoio. Ma siamo sicuri che lascerete in giro qualche altro indizio fondamentale. Il delitto perfetto non esiste.

Indirizzo Database:

http://www.crimeshoe.com

 

 

Il pirata? Non è un pirata


Hacher: sinonimo di pirata informatico? C'è chi sostiene di no: i crimini informatici vengono condotti dai cracker.

 

Uno striscione mostrato durante l'Hack meeting di Pamplona/Iruna, nel corso del quale si sono trovati numerosi esperti di informatica, provenienti da tutta Europa

 

Chi sono gli hacker? La prima risposta, pirati informatici che mettono a rischio i sistemi di sicurezza dei computer più importanti, è probabilmente quella sbagliata. Così almeno pensano gli esponenti dell'organizzazione Progetto Hanc, secondo i quali sulla stampa, ma anche nel comune parlare, si fa una continua confusione tra cracker e hacker. Mentre i primi sono quelli che potenzialmente posso commettere “crimini informatici” veri e propri, gli hacker sono invece persone che, con i mezzi a loro disposizione, si divertono a esplorare (non a manomettere quindi) i sistemi di programmazione. E per chiarire gli equivoci, hanno lanciato un appello per la difesa di un termine, che non deve necessariamente avere connotazioni negative.

Un bit come spada. A differenza del cracker infatti, l'hacker analizza i dati per poter espandere le potenzialità dei programmi e, condividendo le sue conoscenze con altri, creare nuove applicazioni. Grazie a un metodo di lavoro di questo tipo per esempio, il sistema operativo open source Linux, ha potuto evolversi e diventare un reale concorrente di Microsoft. Ma non è tutto qui: l'approccio degli hacker non si limita al solo campo informatico. Più in generale infatti può essere considerato hacker anche chi non si limita a imparare lo stretto indispensabile, ma cerca di risalire alle origini dei problemi e  trovare la soluzione più adatta al suo caso, usando il computer, ma anche altri mezzi. O ancora: chi non accetta passivamente l'informazione fornita da altri, ma contribuisce alla sua realizzazione.
L'unione fa la forza. A differenza dei crackers, che lavorano individualmente, gli hackers si ritrovano periodicamente in meeting pubblici, e considerano la condivisione dei saperi un elemento importante, perché permette di ottenere risultati migliori, soprattutto quando si hanno di fronte casi complessi. L'ultimo incontro si è tenuto a Pamplona/Iruna, in Spagna il 26 ottobre 2003. Tra gli scopi di Progetto Hanc c'è quello di chiedere rettifiche ai giornali e agli uffici stampa che hanno, a loro parere, abusato del termine, e di promuovere il dibattito sulle caratteristiche degli hacker.

Fonte: Focus.it

Crimini virtuali, punizioni reali

 

L'imperativo "legge e ordine" fa proseliti anche nella web-realtà di Second Life. L'escalation di crimini degli ultimi mesi (pornografia, furti, violenze...), seppure solo virtuali, potrebbe infatti spingere gli amministratori di questo alter-mondo a modificare la filosofia libertaria del sito, che oggi appare come una terra dai confini incerti, in balia degli avventurieri di Internet. L'ipotesi è quella di spostare una parte dei computer che ospitano la simulazione dagli Usa anche in altri Paesi, in modo da appoggiarsi alle leggi locali. Il problema si è posto dopo che la magistratura tedesca ha avviato un'indagine sulla diffusione di scene pornografiche e pedofile tra avatar (i simulacri digitali). Un reato non punibile negli Stati Uniti, dove risiedono i computer di Second Life, in quanto la legislazione non prevede il... "sesso tra avatar". A chiedere che ai crimini virtuali corrispondano punizioni reali sono stati proprio i creatori di Second Life, che già alcuni mesi fa hanno invitato agenti dell'Fbi a girare coi loro avatar nei casinò del mondo on line per scoprire eventuali truffe perché, anche se i giocatori sono "finti", i soldi sono veri e tanti. E il sito, che ha un giro d'affari di circa 13 milioni di dollari l'anno, al suo primato economico ci tiene.

Fonte: Focus.it

Come Sulla Scena di un Delitto


Lo staff di Matteo Borrini all'opera sull'isola del Lazzaretto Nuovo (2007). La tuta, gli occhiali, la maschera e le altre protezioni sono usate anche dalla polizia scientifica per non inquinare un'eventuale scena del crimine.

 

Nelle teche che compongono il percorso dell'anteprima museale al Tezon Grande sono condensati i diversi aspetti di alcune delle ricerche in corso sull'isola. Gli scavi nell'area cimiteriale, in particolare, sono stati condotti «non con le sole metodiche archeologiche, bensì con le più moderne tecniche dell'archeologia forense e dell'antropologia identificativa, importando nello studio di eventi passati le nozioni, la precisione e il rigore scientifico impiegati dai reparti investigativi di Polizia e Carabinieri sulla scena criminis». A presentare l'esposizione è Matteo Borrini, più volte consulente della magistratura e della Polizia Giudiziaria in materia di recupero e identificazione di resti umani in indagini anche di interesse storico contemporaneo, per esempio nella foiba di Campastrino (Spezia), teatro di un eccidio durante la Seconda guerra mondiale.

La crisi economica fa aumentare crimini e gesti violenti

 

 

Un recente studio dei ricercatori di Oxoford mette in relazione la crisi economica, il tasso di disoccupazione e il numero di morti per suicidio. Con risultati sconcertanti. Ma qualcosa si può fare.
Una campagna contro i suicidi nella metropolitana di New York

 

La crisi economica e la crescente disoccupazione stanno facendo registrare un significativo aumento nel numero di suicidi e omicidi. L’inquietante rivelazione è il risultato di una ricerca condotta dai ricercatori dell’ università di Oxoford e pubblicata sull’ultimo numero della rivista scientifica “The Lancet”.
Meno lavoro, più problemi. Secondo gli scienziati britannici i ribaltamenti della situazione patrimoniale e finanziaria possono portare in breve tempo a seri problemi di instabilità psicologica. Aumento delle dipendenze da alcol, droga e tabacco, suicidi e omicidi sono la conseguenza più grave di questo stress. Ma la crisi economica ha anche effetti positivi sulla salute delle persone: la benzina costa cara, si usa meno l’auto, si cammina di più e si tende a eliminare gli eccessi,anche a tavola. A tutto vantaggio del benessere fisico.
Chi non lavora... I ricercatori hanno analizzato i tassi di mortalità di 26 paesi europei negli ultimi trent’anni e hanno scoperto che per ogni 1% di aumento nel tasso di disoccupazione si ha uno 0,8% di crescita nel numero di suicidi tra le persone con meno di 65 anni: in pratica 550 suicidi in più nell’intero continente. E aumenta dello 0,8% anche il numero di omicidi. Ma se la disoccupazione aumenta più del 3%, il tasso di suicidi aumenta del 4.5% e le morti per abuso di alcool crescono addirittura del 28%. Non è stata trovata alcuna correlazione tra l’aumento del tasso di disoccupazione e il numero complessivo di morti. I dati variano comunque in funzione delle politiche di tutela messe in atto dai diversi governi: nei paesi dell’Europa Centrale e Orientale, dove i lavoratori sono molto meno protetti rispetto al resto del continente, l’andamento dell’occupazione incide in maniera evidente sulla salute delle persone.
Il prezzo della salvezza. I ricercatori concludono affermando che i governi hanno tutti gli strumenti necessari per proteggere i loro cittadini dagli effetti drammatici della crisi economica. Un investimento in ammortizzatori sociali quantificabile in circa 190 dollari per abitante sembra essere in grado di mitigare gli effetti della mancanza di lavoro sul numero di morti per suicidio.

Fonte: Focus.it

di Alessandro Bolla

 

L'identikit lo fa la Nasa

 

 


Non solo di spazio si occupano alla Nasa, a volte aiutano anche la polizia a catturare criminali e studiano sistemi avanzati che potrebbero essere applicati al campo medico: tutto grazie alle loro avanzate tecnologie.

Sotto l'immagine ripresa durante un inseguimento con una telecamera della polizia, sopra quella trattata. Il guidatore è un dipendente dalla Nasa che si è prestato per la dimostrazione.

 Carlie Brucia, una ragazza undicenne, sparisce domenica in Florida. Unico indizio, un filmato ripreso dalla telecamera di un autolavaggio. Mercoledì la ragazza non si trova ancora, ma il presunto aggressore è già in cella, scovato grazie alla Nasa.
Non è uno spot dell'agenzia spaziale americana, ma una storia vera che in questi giorni sta appassionando gli Stati Uniti. Come sono riusciti i tecnici della Nasa a scovare il colpevole? Per identificare un criminale ci vuole sempre almeno un testimone, ma in molti casi i testimoni non ci sono. Le uniche “testimoni” sono le telecamere di negozi, supermercati, distributori di benzina e molti luoghi pubblici.
Occhi sempre aperti. Nel caso di Carlie Brucia, le telecamere a circuito chiuso di un autolavaggio l'hanno vista mentre veniva avvicinata e portata via da un uomo in tuta da lavoro. Gli scienziati spaziali Paul Meyer e David Hathaway hanno analizzato per ore il video aumentando la qualità delle immagini grazie a un software chiamato VISAR (Video Image Stabilization and Registration), capace di ingrandire una foto fino al 1000 per cento, stabilizzare le immagini in movimento e migliorare i fotogrammi di bassa qualità e rendere chiari e leggibili anche i particolari più piccoli. E sono così riusciti a leggere i tatuaggi sul braccio dell'uomo e identificare una targhetta sulla tuta.
Viene dallo spazio. Inventato con l'unico scopo di analizzare i video con immagini di tempeste solari e di uragani mandate dai satelliti, negli ultimi anni Visar ha allargato i suoi orizzonti e ha aiutato la polizia statunitense a catturare una dozzina di criminali. Nel 2003 è stato utilizzato per studiare il video del lancio dello Space Shuttle Columbia e individuare le cause dell'incidente che costò la vita a sette astronauti. Sono allo studio anche eventuali applicazioni in campo medico-scientifico, come per l'osservazione del funzionamento del nostro sistema immunitario.

 

Fonte: Focus.it

 

 

Segue    1  2  3  4  5   

© Copyright 2008-2009 M&D service Inc. All Rights reserved.